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Le 5 cose che resteranno del primo Italy Major

Il pubblico straordinario come quantità e partecipazione. Il carisma dei migliori del mondo, una semifinale da corrida. E ancora, il meraviglioso mix del padel, forza e intelligenza. Con l'aggiunta di una bella dose di colpi ad effetto

30 maggio 2022

La settimana di Roma ha cambiato il volto del padel, probabilmente per sempre, almeno in Italia. Ormai nessuno può più permettersi di sottovalutare un fenomeno sportivo e sociale che - per rapidità di sviluppo - ha pochi precedenti nel mondo.

L'ABBRACCIO DEL PUBBLICO

In totale sono arrivati al Foro Italico per seguire la prima edizione dell'Italy Major Premier Padel oltre 22.500 spettatori. Una cifra che – se pensiamo anche al pochissimo tempo a disposizione per la prevendita – è davvero qualcosa di fuori dall'ordinario. Roma era già innamorata da tempo del padel, dunque si tratta di una sorpresa relativa. Ma un conto è giocare, un altro è vedere i campioni. Quanto potevano attirare, le stelle della pala, era una domanda rimasta sospesa, che adesso ha trovato una risposta: attirano parecchio, come delle star planetarie di qualsiasi altra disciplina.

Il più amato? Fernando Belasteguin, riconosciuto come la vera icona di questo sport, per i tanti anni passati in vetta. Ma anche tutti gli altri hanno ricevuto la loro dose importante di applausi e ovazioni. La giornata da ricordare? Quella delle semifinali, con due partite di altissimo profilo e un coinvolgimento del pubblico difficile da trovare per altri eventi recenti. Più che un torneo è stata una festa, in cui giocatori e spettatori sono sembrati più uniti che mai nella gioia di cominciare una nuova avventura.

IL CARISMA DEI TOP PLAYER

Fernando Belasteguin parla con la voce ferma e con una sicurezza tranquilla che tuttavia non sfocia mai nell'arroganza. Ale Galan è la gentilezza fatta persona, quello che ti mette a tuo agio anche se del padel non sai proprio tutti i segreti e hai bisogno di una lezione teorica direttamente dal numero 1. Juan Lebron, l'altro leader, è il vulcano del gruppo, seguito a stretto giro da Paquito Navarro. Arturo Coello, 20 anni, è il falso timido, che in campo si trasforma e diventa uno che nella corrida ci sta benissimo.

Tutti loro, come altri che si sono alternati sui campi del Foro Italico, hanno in comune un carisma importante, caratteristica non banale se pensiamo che si tratta di ragazzi per nulla abituati alla popolarità, almeno al di fuori della Spagna e di una nicchia ristretta di appassionati. Sono, nel complesso, dei perfetti ambasciatori di uno sport che per certi versi – a livello di notorietà internazionale – nasce adesso e dunque ha in primo luogo la necessità di aprirsi al mondo. Soprattutto attraverso le sue stelle più brillanti.

LA CORRIDA DELLA SEMIFINALE

Qualcuno, magari qualche fan di tennis convertito al padel, forse avrà storto il naso per quello che è successo nel momento più caldo della semifinale di sabato sera, quella che vedeva opposti da una parte Belasteguin e Coello, dall'altra Galan e Lebron. Proprio lui, Juan Lebron, è stato protagonista di un episodio particolare: insultato da un tifoso maleducato, il giocatore andaluso è andato dall'arbitro è senza mezzi termini ha fatto capire che avrebbe dovuto scegliere: fuori lo spettatore o fuori lui.

Gli addetti alla sicurezza hanno fatto il loro dovere, accompagnando all'uscita il maleducato, ma in seguito Lebron si è preso un bel po' di fischi per il modo molto teatrale di mostrare il suo disappunto. In realtà tutta la partita è stata molto simile a uno spettacolo teatrale, nel quale ognuno dei giocatori in qualche modo interpretava una parte e nel quale anche la gente sugli spalti ha avuto un ruolo, niente affatto di contorno. Chi è uscito dalla Grand Stand Arena sabato sera tornerà sicuramente a vedere altri tornei di padel, a Roma, in Italia, nel mondo. È questa la vittoria più bella dell'Italy Major.

Ale Galan (sinistra) e Juan Lebron (foto Adelchi Fioriti)

IL MIX DEL PADEL: TENNIS, VOLLEY, BILIARDO, SCACCHI

Se lo si guarda bene, il padel è uno sport che ne comprende tanti. Certo, c'è molto del cugino tennis, la logica è quella, le palline sono molto simili e il punteggio identico. Però, se a prima vista il paragone più scontato è questo, provando ad andare più in profondità si trova dell'altro. Si trova per esempio la pallavolo, quando i giocatori saltano per il remate (lo smash) o quando balzano ancora più in alto per recuperare uno smash avversario prima che torni nell'altro campo e diventi dunque irraggiungibile. Si trova il biliardo, per quel gioco di sponde dato dalle pareti nel quale i top players capiscono tutto prima degli altri (e del pubblico). Si trova il gioco degli scacchi, perché i movimenti dei giocatori in campo, tra loro e nei confronti degli avversari, sono strategia allo stato puro. 

GLI HOT SHOTS DI PAQUITO

Imparare a giocare a padel è piuttosto semplice, si dice. E per cominciare a fare qualche scambio con gli amici è certamente vero. Ma poi, quando si ammirano i campioni, le cose cambiano e ci si accorge di cosa possa diventare questo sport ai vertici: uno spettacolo fatto di emozioni e hot shots spettacolari. In questo senso, il re dei colpi ad effetto è Paquito Navarro, che non a caso è tra i più amati dal pubblico, anche per quel suo modo di esultare da lottatore di wrestling nell'arena. Fra tweener, colpi di sponda e recuperi fuori dalla gabbia, si è visto davvero di tutto.

E l'applausometro ha rischiato di fare tilt per il troppo entusiasmo. Vedere il padel dal vivo, ancora più che in televisione, porta lo spettatore in una dimensione nuova, fatta di qualcosa che è a metà strada fra sport e spettacolo, tra agonismo e divertimento. Qualcosa che a Roma, durante l'ultima settimana di maggio, ha lasciato una traccia decisiva in vista di una crescita ulteriore che non si farà attendere.

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